Henri-Emile-Benoît Matisse
Pittore e incisore francese
(Le Cateau, 1869 - 1954)


Studente di diritto, cominciò a dedicarsi all'arte solo nel 1890 durante la convalescenza da una malattia; si iscrisse alla scuola Quentin-Latour, poi a quella parigina di arti decorative finché nel 1895 divenne allievo di Moreau.

L'anno successivo espose per la prima volta con buon successo, ma fu solo successivamente che, liberato dalle forme accademiche e affermatosi nella pittura impressionista, cominciò a dimostrare le sue doti artistiche.

I suoi primi anni sono soprattutto di esperienza, ma a poco a poco la sua arte tende a semplificarsi dando sempre maggiore importanza al colore ricco e talvolta prepotente. L'esposizione del Salon d'Automne del 1905 muove la critica ufficiale contro di lui ed i suoi compagni neoimpressionisti per i quali è usato un termine, "fauves", le belve, che verrà poi a indicare questo gruppo di pittori che si batte alla ricerca di un gruppo lineare e coloristico ottenuto soprattutto con purezza di toni e di forme.

Dopo la Femme au chapeau, che costituì lo scandalo del Salon, eseguì altri dipinti, continuamente legati a questo gusto del quale egli è il maggiore e il migliore rappresentante e che gli valse la stima e l'ammirazione della critica.

Con la fama e i numerosi allievi, egli si può permettere una vita più serena, interrotta da lunghi viaggi che lo portano in diversi paesi d'Europa e del Marocco dove ammira l'atteggiamento composto degli indigeni dei quali riporta in Francia numerosi disegni e ritratti.

Da questi abbozzi trarrà poi lo spunto per le numerosissime Odalische che saranno il suo soggetto preferito per il periodo 1922-1927.

Nel frattempo si dedica anche all'incisione sia con pezzi unici, sia illustrando testi vari, mentre la sua opera si va sempre più raffinando in una visione delicata delle cose, in un ardore di attività che né l'età né gli avvenimenti dolorosi della guerra riescono a sminuire. Al termine delle ostilità, come del resto altri artisti moderni, vuole così lasciare la sua impronta nella decorazione della cappella di Vence (1946-51) per la quale esegue vetrate, affreschi, oggetti vari di arredamento, in una coerenza unitaria di stile che denota le sue alte qualità pittoriche, ma soprattutto disegnate, con un linguaggio lineare, altamente religioso.

 

Le Opere

 

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